Esemplari di Solenopsis Invicta o formica di fuoco

Specie aliene in aumento nel mondo e in Italia: il caso della formica di fuoco

Le specie aliene sono ormai divenute una delle principali sfide dell’agricoltura di questo millennio. In Italia, uno dei più recenti casi legati a questo fenomeno è quello della formica di fuoco, che da agosto 2023 minaccia infrastrutture, biodiversità e comparto agricolo della Sicilia

Granchio blu, zanzara tigre, Xylella fastidiosa o Ambrosia artemisiifolia, sono solo alcune delle numerose specie aliene – animali, piante e altri organismi viventi – presenti nel nostro Paese che spesso minacciano ecosistemi, agricoltura e, in alcuni casi, anche la salute pubblica. Introdotte al di fuori del loro habitat naturale dall’attività umana in modo volontario o accidentale, queste specie possono riprodursi ed espandersi in luoghi che non avrebbero mai potuto raggiungere altrimenti, minacciando le specie autoctone e arrecando danni significativi alla biodiversità.

Lo scorso anno la Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici – IPBES[1], istituita dalle Nazioni Unite nel 2012 per promuovere il confronto tra scienza e politica sui temi della biodiversità e della salvaguardia degli ecosistemi, ha diffuso un’indagine globale sull’aumento delle specie aliene tra il 2019 e il 2023, evidenziando una crescita allarmante del fenomeno a livello mondiale[2]. L’analisi, realizzata da un gruppo multidisciplinare di 86 esperti e 200 contributing authors, ha stimato che nel mondo sono presenti circa 37.000 specie aliene e che ogni anno ne vengono individuate in media altre 200. Di queste 37.000 circa 3.500 sono specie aliene invasive in grado di impattare molto negativamente sulla natura e le persone.

Ma quali sono gli effetti che queste specie possono avere sull’uomo? Economia, sicurezza alimentare, sicurezza idrica, salute umana e identità culturali: sono tutti fattori che possono essere colpiti, più o meno gravemente. In particolare, i danni che queste specie sono in grado di portare alle filiere produttive e alle industrie possono essere drammatici, basti pensare che, secondo l’IPBES, dal 1970 i costi globali causati dalle specie aliene invasive sono quadruplicati ogni dieci anni, arrivando a superare i 423 miliardi di dollari nel 2019.

Anche in Italia il fenomeno ha raggiunto grande notorietà negli ultimi anni grazie a casi come quello del granchio blu nel Mare Adriatico e della Xylella fastidiosa nel Salento. Tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024 c’è stato però un altro caso di specie aliena invasiva che ha allertato i ricercatori italiani: si tratta di Solenopsis invicta, conosciuta anche come formica di fuoco.

Insetto originario del Brasile, è solito viaggiare attraverso le merci trasportate nei container e viene considerato una delle specie invasive più pericolose del mondo. Il nome peculiare deriva dal pungiglione velenoso di cui queste formiche sono dotate, capace di infliggere punture brucianti e molto dolorose, al punto tale da ricordare l’effetto di un cerino a contatto diretto con la pelle. In passato si è espansa nel sud degli Stati Uniti, dove ha causato gravissimi problemi sanitari ed economici portando alla perdita di decine di milioni di euro all’anno. Nell’agosto del 2023, per la prima volta, questa formica si è insediata in Europa, e più precisamente nella regione della Sicilia, rischiando ora di diffondersi in tutto il Paese a causa del commercio interno.

I metodi che posso essere messi in atto per prevenirne la diffusione e contrastarla sono diversi, anche se occorre innanzi tutto essere molto tempestivi. In Nuova Zelanda, per esempio, sono stati prontamente identificati tutti i porti a rischio e sono state sistemate oltre 43.000 trappole che vengono periodicamente controllate, in modo tale da individuare con rapidità eventuali segnali di infestazione e intervenire non appena ci sono delle segnalazioni, principalmente tramite la somministrazione localizzata di prodotti insetticidi. In questo modo la Nuova Zelanda è riuscita a bloccare sul nascere l’insediamento di questa e altre specie di formiche esotiche, con un risparmio significativo. Al contrario, in Australia, dove l’infestazione di Solenopsis invicta non è stata interrotta in tempo, la rimozione totale è costata più di 250 milioni di euro.

E in Italia? Purtroppo, proprio nelle scorse settimane l’Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione in mora al nostro Paese[3] per «non avere gestito né impedito l’introduzione e la diffusione della formica di fuoco».  In effetti, già nel settembre del 2023, uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Current Biology[4] e coordinato dall’Istituto di Biologia Evolutiva di Barcellona documentava l’insediamento di una popolazione di formiche di fuoco adulte in Sicilia, facendo anche una previsione allarmante sulla sua potenziale capacità di espansione in Italia e in tutto il continente. In particolare, veniva dimostrato che metà delle aree urbane in Europa potevano già essere considerate idonee per il suo insediamento e che il sempre costante aumento delle temperature causato dal riscaldamento climatico avrebbe potuto favorirne l’espansione.

Nonostante questo, come riportato all’interno della lettera di costituzione inviata dall’Unione Europea, «l’Italia non ha informato “senza indugio” la Commissione né gli altri Stati membri del suo rilevamento precoce. Le autorità italiane non hanno inoltre notificato alla Commissione alcuna misura di eradicazione né si sono espresse sulla loro efficacia. Inoltre, l’Italia non ha adottato tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione involontaria della formica di fuoco e non ha attuato in modo efficace il sistema di sorveglianza delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale».

La questione è molto importante, si tratta del primo caso storico in cui l’UE apre una procedura di questo tipo per la mancata attivazione di misure di contrasto alle specie aliene: sono proprio casi come questo a evidenziare la necessità di una maggiore consapevolezza sul tema e a ricordarci l’importanza di agire in tempi estremamente rapidi quando la biodiversità è messa a repentaglio. Anche internamente al nostro Paese, realtà come l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – ISPRA si sono molto impegnate per ricordare a istituzioni e centri di ricerca che si sarebbe potuto fare molto di più in termini di prevenzione e immediato contrasto di Solenopsis invicta, soprattutto alla luce di un quadro normativo che è stato fortemente modificato negli ultimi decenni e che permette oggi di intervenire attraverso diverse procedure, anche avanzate.

Basti pensare che ad oggi è possibile addirittura introdurre altre specie aliene per contrastarne alcune – previa valutazione dei rischi e autorizzazione da parte delle autorità – come accaduto per esempio con la cosiddetta vespa samurai (Trissolcus japonicus) introdotta in Italia per contrastare la cimice asiatica (Halyomorpha halys). Generalmente è possibile intervenire con strumenti di monitoraggio e prodotti come gli insetticidi che, utilizzati in maniera corretta, rappresentano uno strumento molto efficace nella lotta a questo fenomeno. Infine, negli ultimi anni si è aperto un dibattito su scala internazionale anche per quanto riguarda la potenziale applicazione di CRISPR[5] o altre tecniche di biologia sintetica e editing genomico per migliorare la resistenza di alcune colture alle specie aliene e ai parassiti: soluzioni che ci ricordano anche il ruolo importante rappresentato dal mondo della ricerca scientifica.

In sintesi, dobbiamo aspettarci un aumento costante delle specie aliene come la formica di fuoco, soprattutto in un Paese come il nostro dove il clima è favorevole alla loro proliferazione. Occorre dunque lavorare in sinergia per non farci trovare impreparati, sia a livello di prevenzione che a livello di contrasto rapido una volta che una specie viene individuata, impiegando correttamente tutti i mezzi a disposizione e senza chiudere la porta ai nuovi strumenti, pur con la giusta cautela.

NOTE

[1] Per maggiori informazioni, si veda: https://www.ipbes.net

[2] È possibile consultare e scaricare il report al seguente link: https://www.ipbes.net/ias

[3] Per maggiori informazioni, si veda: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/inf_24_5223

[4] È possibile consultare lo studio al seguente link: https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(23)00974-0?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS0960982223009740%3Fshowall%3Dtrue

[5] Per maggiori informazioni, leggi il nostro articolo dedicato: https://agriscienza.it/crispr-le-nuove-frontiere-dellediting-genomico/

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