Un campo di grano

Glifosate e specie invasive in America: tutti i rischi di una sua revoca

Negli Stati Uniti l’erbicida viene impiegato anche per contenere le erbe infestanti di tipo invasivo, spesso alloctone, che rimpiazzano la flora autoctona con impatti drammatici anche sulla fauna. Il suo bando avrebbe in tal senso un grave impatto di tipo ambientale
Mentre in Europa si dibatte sul rinnovo o meno di glifosate, il cui destino dovrebbe essere deciso entro l’anno corrente, anche negli Stati Uniti sorgono preoccupazioni circa le conseguenze di una sua eventuale revoca. Oltre a essere impiegato in agricoltura, glifosate era infatti applicato anche in aree urbane e per controllare diverse piante invasive, pratica ormai abbandonata in diversi Stati, così come avvenuto in Italia nel 2016. In Florida, chiamata anche “L’inferno delle malerbe”, si segnalano diversi casi di rimpiazzo di specie, con alcune di esse, alloctone, che hanno soffocato la flora autoctona con gravi conseguenze a carico anche della fauna che viveva grazie ad essa. Glifosate è stato e ancora oggi viene impiegato per contenere alcune di queste infestanti, difendendo quindi diversi habitat naturali a tutto vantaggio della biodiversità. Un aspetto, questo, poco considerato quando si discute del futuro dell’erbicida.

Usa: le possibili conseguenze di una revoca di glifosate

Susan Goldhaber è una tossicologa ambientale con oltre 40 anni di esperienza presso agenzie federali e statali, nonché nel settore privato. Opera soprattutto su questioni relative alle sostanze chimiche nell’acqua potabile, nell’aria e nei rifiuti pericolosi. Il suo obiettivo, in qualità di scienziata, è quello di tradurre i dati scientifici in informazioni utilizzabili per il pubblico. Un suo articolo in tema di glifosate e dei suoi rapporti con l’ambiente è stato pubblicato nel sito dell’American Council on Science and Health, organizzazione a favore della scienza, della ricerca e dell’istruzione che opera ai sensi della Sezione 501(c)(3) dell’Internal Revenue Code[1]. Fondato nel 1978 da un gruppo di scienziati, il Consiglio si è posto un unico obiettivo: sostenere e utilizzare la scienza basata sulle evidenze al fine di educare il pubblico su temi sensibili, sfatando parallelamente la cosiddetta “Junk Science”, in italiano “scienza spazzatura”, nonché i timori immotivati circa i rischi per la salute.

Il caso Florida

Stando a quanto pubblicato su Acsh, pare che negli Stati Uniti si stiano già patendo serie conseguenze ambientali derivanti dai locali divieti di glifosate in aree extra agricole. A conferma, l’abbandono di glifosate avrebbe fatto sì che alcuni habitat vedano oggi a rischio la fauna selvatica terrestre e acquatica a causa della proliferazione di alcune piante invasive, alloctone. Queste, in assenza di strumenti efficaci di contenimento, stanno infatti soppiantando molte specie autoctone divenendo predominanti. In sostanza, la sostituzione invasiva della flora sta incidendo significativamente anche sulla fauna. Nello specifico, lo Stato della Florida sta patendo di alcuni casi di sostituzione botanica di tipo invasivo. Per esempio la felce rampicante, giunta in America da Europa e Giappone, sta colonizzando ampie porzioni delle Everglades, riserva di paludi che si estende per più di seimila chilometri quadrati nell’estremità meridionale della Florida. Questa felce forma veri e propri tappeti sul terreno, risalendo poi lungo i tronchi degli alberi e soffocando tutto ciò che incontra sul suo cammino. Di ciò patiscono ovviamente le molte specie di fauna selvatica, come uccelli, ungulati, mammiferi e anfibi. Dilagando in aree remote, il suo controllo appare molto complesso e l’unico strumento efficace e di pratico utilizzo è proprio glifosate. Ciò grazie alla sua capacità di raggiungere le radici delle piante, devitalizzandole. Attitudine che risulta vincente anche nel controllo delle tipiche “cannucce di palude”, piante del genere Phragmites. La loro espansione nelle zone umide negli Stati Uniti, non solo in Florida, sta spiazzando diverse specie autoctone e compromettendo anche gli equilibri preesistenti con la fauna. Caso emblematico, l’estinzione nello Stato dello Utah del cosiddetto “June Sucker” (Chasmistes liorus), pesce considerato a rischio a livello federale.

Non solo Florida

Non meno invasiva si è confermata Euforbia frondosa, pianta che ha colonizzato diversi habitat del Minnesota, North Dakota e South Dakota. L’eccessiva proliferazione di questa specie ha impattato uccelli, alci, cervi e bisonti, i quali sono pressoché scomparsi dagli habitat infestati. Grazie a glifosate, quando irrorato in modo mirato, si è assistito alla ripresa delle piante autoctone a distanza di un anno di trattamento. A conferma di quanto uno strumento già di per sé fondamentale in agricoltura, come glifosate, possa risultare di estrema utilità anche in chiave di difesa dell’ambiente e della biodiversità autoctona di molteplici habitat.

NOTE

[1] Gli scopi esenti di cui alla sezione 501 (c) (3) sono caritatevoli, religiosi, educativi, scientifici, letterari, test per la sicurezza pubblica, promozione di competizioni sportive amatoriali nazionali o internazionali e prevenzione della crudeltà verso bambini o animali. Il termine caritatevole è usato nel suo senso legale generalmente accettato e include il sollievo dei poveri, degli afflitti o dei diseredati; promozione della religione; progresso dell’istruzione o della scienza; erigere o mantenere edifici pubblici, monumenti od opere; alleggerire gli oneri del governo; attenuazione delle tensioni di quartiere; eliminare pregiudizi e discriminazioni; difendere i diritti umani e civili garantiti dalla legge; e combattere il deterioramento della comunità e la delinquenza giovanile.

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