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Biocontrollo: nuove soluzioni si affacciano sul mercato

Microrganismi, semiochimici, artropodi utili e sostanze di derivazione naturale sono strumenti tecnici per la difesa delle colture agrarie in sostituzione o integrazione dei tradizionali agrofarmaci, di sintesi o inorganici

La fitoiatria del futuro si sta muovendo in modo deciso verso l’adozione di nuovi strumenti di difesa delle colture, differenti dai tradizionali agrofarmaci, siano essi di sintesi oppure inorganici come zolfo e rame. In tal senso i riflettori sono sempre più puntati verso le soluzioni funzionali al cosiddetto “biocontrollo” delle avversità delle colture agrarie.

Gli strumenti tecnici di biocontrollo sono stati suddivisi in quattro specifiche categorie, ovvero microrganismi, semiochimici, sostanze naturali e macrorganismi.

Fra i primi rientrano funghi, batteri e persino virus, sebbene questi ultimi non possano essere definiti esattamente degli “organismi” veri e propri. Per “semiochimici” si intendono, invece, sostanze naturali emesse per comunicare da piante o altri organismi. In sostanza, degli emettitori di segnali che possono per esempio confondere i parassiti, come accade con i feromoni sessuali. La terza categoria include, invece, sostanze naturali come per esempio oli essenziali – uno su tutti l’olio essenziale di arancio dolce – ma anche terpeni naturali, composti organici che conferiscono particolari profumi e aromi alle piante. Interessanti in tal senso anche gli effetti sinergici apportati da altre macromolecole ottenute da fonti biologiche, come il chitosano, un polisaccaride estratto dagli esoscheletri dei crostacei. Infine, possono essere impiegati in campo degli artropodi predatori dei parassiti, oppure insetti parassitoidi che depongono le proprie uova in quelle deposte dai fitofagi delle piante coltivate.

Fra i microrganismi possono essere citati a titolo esemplificativo i formulati a base di Trichoderma spp, funghi ascomiceti che contrastano le proliferazioni telluriche di patogeni molto pericolosi per gli apparati radicali delle colture orticole, ovvero Fusarium, Pythium, Rhizoctonia, Sclerotinia e Phytopthora, tutti in grado di falcidiare le produzioni portando rapidamente a morte le piante. Tale azione di contenimento si esplica essenzialmente tramite una competizione per gli spazi vitali, come pure parassitizzando i funghi patogeni stessi, anche sintetizzando sostanze capaci di bloccarne il metabolismo. Analogamente, le applicazioni al terreno di Trichoderma possono contrastare un altro pericoloso patogeno del pero, ovvero Stemphylium vesicarum, agente della Maculatura bruna. Contro questo fungo, particolarmente dannoso, vengono usualmente impiegati numerosi trattamenti fitosanitari all’anno, fatto che ha generato alcuni fenomeni di resistenza verso specifici fungicidi. Nuovi mezzi tecnici basati su microrganismi possono quindi essere guardati positivamente anche in tal senso, agendo tramite modalità completamente differenti da un fungicida di base chimica, organica o inorganica che sia. Altri esempi di microrganismi utili si trovano fra i batteri, come ad esempio il Bacillus amyloliquefaciens, capace di proteggere vite e colture orticole da oidio, botrite, bremia e sclerotinia. Alcuni virus, invece, sono letali per alcuni insetti parassiti, come per esempio la Carpocapsa del melo o la nottua gialla del pomodoro. L’impiego di artropodi utili si è invece rivelato utile nel contenimento di infestazioni particolarmente gravi, come quella del Cinipede del castagno, imenottero galligeno che ha arrecato molteplici danni ai castagneti italiani. Il contenimento delle sue popolazioni è stato ottenuto liberando l’imenottero parassitoide Torymus sinensis.

L’uso combinato degli strumenti di biocontrollo può, quindi, apportare considerevoli benefici alle strategie di difesa fitosanitaria delle colture agrarie sia da un punto di vista dell’alternanza di modalità d’azione, differenti rispetto a quelle degli agrofarmaci tradizionali, sia da un punto di vista dei profili residuali finali dei raccolti – altro punto sul quale le richieste delle filiere sono divenute sempre più stringenti. Peraltro, non solo l’agricoltura biologica può avvantaggiarsi di tali soluzioni, aumentando le proprie chances di controllare le avversità, ma anche l’agricoltura di tipo integrato, la quale può alternare tali strumenti tecnici di estrazione naturale in alternanza con i tradizionali agrofarmaci di sintesi.

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