Produzione sostenibile: per il mais arriva il protocollo Combi Mais 9.0

Programmare un’annata di rese di mais maggiori, migliori e sostenibili: da qualche anno esiste un protocollo dedicato alla condivisione delle più efficaci tecniche colturali per la produzione sostenibile del mais, anche in ‘tempi’ di crisi ambientale e produttiva

Si chiama Progetto Combi Mais Hydrotechnologies Smart 9.0 l’iniziativa nata nel 2014, in vista di Expo, e approdata lo scorso autunno alla nona edizione, che prevede di sperimentare e aggiornare le pratiche agronomiche dedicate alla coltivazione del mais, al fine di fornire agli agricoltori strumenti di conoscenza utili a innovare i propri sistemi di produzione e avere una maggiore resa, qualità e sostenibilità. Obiettivi del progetto: stimolare la curiosità e la capacità di adattamento degli agricoltori italiani che oggi si trovano ad agire in uno scenario reso sempre più complesso dalle sfide imposte dal cambiamento climatico e dalla crisi di approvvigionamento che percorre le filiere.

Grazie alle sperimentazioni, ospitate dalla Società Agricola Folli di Robbiano di Mediglia (Mi), è stato dimostrato che non solo è possibile ottenere produzioni sostenibili sane e di qualità, ma che è possibile farlo in presenza di condizioni di stress climatico, di temperatura e di crisi idrica, incrementando anche il risultato economico.

 

Il protocollo Combi Mais 9.0

Le tecniche di coltivazione smart contenute nel Protocollo di produzione Combi Mais 9.0 hanno dimostrato maggiore efficacia e resa rispetto alle soluzioni colturali tradizionali.  Il metodo Combi Mais ha permesso di contenere i danni causati dal clima siccitoso e, in particolare, dalle alte temperature. Solo nel 2022 è stato stimato un calo delle rese tra il 30% e il 50% insieme a una riduzione della piovosità nel periodo interessato dal ciclo del mais di circa il 45% rispetto all’anno precedente. Grazie all’uso di sensori che monitorano l’umidità del terreno negli appezzamenti dotati di sub-irrigazione di un’azienda israeliana leader nei sistemi di alta tecnologia irrigua, è stato possibile ridurre il consumo dell’acqua del 30-40% in più rispetto alle tecniche irrigue in uso nel territorio lombardo, garantendo comunque la massima resa anche nelle condizioni più stressanti. La sub-irrigazione è posta a una profondità variabile a seconda del tipo di terreno, tra i 30 e i 45 cm, e permette all’acqua di risalire per capillarità alle radici, senza perdite di evapotraspirazione. Grazie agli input dei sensori che segnalano quando la soglia di umidità del terreno scende al di sotto dei valori prestabiliti.

In linea con le previsioni del Green Deal e della strategia From Farm to Fork, anche la fertilizzazione dei terreni – fondamentale per apportare il nutrimento necessario alle piante – grazie all’utilizzo di prodotti organo minerali efficaci, ha registrato miglioramenti nei lotti trattati. In particolare, la maggiore e migliore resa è dovuta all’elevata e prolungata disponibilità nutritiva, alla riduzione delle perdite e al maggior livello di sostenibilità ambientale ottenuto da un impiego intelligente di fertilizzanti. Il ricorso a tecniche di minima lavorazione, oltre a determinare costi e interventi di lavoro minori, ha permesso di ridurre il livello di stress dei terreni, garantendo al contempo il miglioramento della fertilità.

Gli ibridi innovativi abbinati a prodotti d’avanguardia della chimica applicata – in particolare, controllori delle infestanti e fungicidi contro le micotossine – hanno massimizzato la produttività e la qualità delle colture. I trattamenti sono stati integrati con l’utilizzo di biostimolanti che, oltre a limitare lo spreco di risorse e massimizzare le rese, hanno generato un’ottima capacità di prevenzione e resistenza nelle piante. Anche quest’anno, infatti, con l’applicazione del protocollo Combi Mais Hydrotechnologies Smart 9.0 si è raggiunto il risultato di zero tossine rilevate dalle analisi chimiche delle colture.

Da sottolineare, infine, il contributo fondamentale fornito dagli strumenti digitali e di precisione (precision farming): dalle piattaforme di monitoraggio, agli spandiconcime e seminatrici di ultima generazione, la tecnologia ha permesso di calibrare la concimazione e la semina in funzione della fertilità delle coltivazioni, massimizzando risparmio, produzione e guadagno per l’agricoltore.

I risultati

Oltre agli ottimi risultati qualitativi dimostrati dalle analisi chimiche e dall’assenza totale di micotossine, la resa delle colture ha raggiunto in media le 13,5 tonnellate di granella a ettaro, con picchi fino a 16 tonnellate, a fronte di una produzione media in Italia di circa 9/10 tonnellate. Anche i profitti sono in crescita: sono stati raggiunti quasi 2000 euro a ettaro nei campi in cui si applica il protocollo.

Una filiera completa

Non solo l’azienda Folli, da circa 100 anni al centro di processi di ricerca e innovazione agricola della zona milanese, ma anche altre aziende negli ultimi 9 anni hanno scelto di seguire il protocollo, tanto che nel 2022 erano oltre 7mila gli ettari di mais coltivati tramite il metodo Combi Mais. Una filiera completa chiamata Filiera Corta che oggi permette di portare sulle tavole italiane il mais coltivato senza tossine e le eccellenze alimentari sotto l’etichetta Milano 100 Pertiche. Un modello alimentare e di produzione che riesce a soddisfare obiettivi e requisiti del percorso di sostenibilità From Farm to Fork e che sta permettendo ad agricoltori e consumatori di rendersi protagonisti attivi e non passivi del cambiamento economico e sociale che stanno affrontando.

type to search