Un agricoltore irrora un campo di riso con un agrofarmaco

“Atlante dei pesticidi”: i conti che non tornano

Il Gruppo SeTA, Scienze e Tecnologie in Agricoltura, risponde al report di Friends of the Earth Europe e PAN Europe: la moderna agricoltura è virtuosa e riesce a sfamare una popolazione mondiale in crescita

Che l’agricoltura stia patendo da anni di una reputazione immeritata è fatto noto. Che i processi produttivi agricoli abbiano sì un impatto sull’ambiente, altrettanto. Vi sono però dimensioni misurabili di tali aspetti, positivi e negativi, e ciò permette di decostruire alcune narrazioni fuorvianti che sull’agricoltura vengono periodicamente diffuse.

Per esempio, è recentemente stato pubblicato il report “Atlante dei pesticidi – Fatti e immagini della Chimica in Agricoltura[1], realizzato in collaborazione tra Friends of the Earth Europe e PAN Europe, cioè due associazioni ambientaliste. La versione italiana del report è stata pubblicata da Heinrich-Böll-Stiftung, casa editrice tedesca, nonché dalla Fondazione Cariplo e dalla Coalizione CambiamoAgricoltura. Quest’ultima racchiude in sé 92 associazioni ambientaliste come Legambiente, Lipu, Pro Natura, Wwf, cui si aggiungono Isde (Associazione Medici per l’ambiente), Aiab, Associazione agricoltura biodinamica, Fai e Federbio, solo per citare le più significative.

I contenuti dell’“Atlante dei pesticidi”

Il documento è organizzato per schede, nelle quali vengono affrontati diversi aspetti dell’agricoltura moderna, altrimenti nota come “intensiva”, dipingendola per lo più a tinte fosche in contrapposizione all’agricoltura biologica, supposta più sana ed ecocompatibile.

La risposta del Gruppo SeTA

Alcuni esperti operanti nell’ambito del Gruppo SeTA, Scienze e Tecnologie in Agricoltura[2], hanno analizzato il documento e hanno fornito alcune specifiche risposte, concentrandosi sui temi della chimica agraria e dei confronti tra le diverse forme di agricoltura, integrata e biologica.La disamina completa, cui si rimanda per approfondimenti, è stata pubblicata sul sito AgrarianScience[3] con il titolo “Atlante dei Pesticidi – Un’analisi critica” e firmata da Flavio Barozzi, Aldo Ferrero, Gabriele Fontana, Silvano Fuso, Luigi Mariani, Barbara Martellini, Angelo Moretto e Donatello Sandroni.

La sintesi dell’analisi di SeTA

Una prima critica all’Atlante è sui concetti di rischio e di pericolo. Troppo spesso vengono infatti descritti gli agrofarmaci solo in base a quanto riportato sulle etichette dei formulati, ignorando che tali frasi e pittogrammi sono espressione di “pericoli”, non di “rischi”.

I primi sono caratteristiche intrinseche di un prodotto, valutate tramite test da tempo codificati e in continua evoluzione che però non esprimo il reale rischio per ambiente e salute. In sostanza, la valutazione del rischio deve includere il confronto fra pericolosità intrinseca di un agrofarmaco e l’esposizione reale che ci si può attendere a seguito del suo utilizzo. Esposizione che viene accuratamente stimata sia per gli utilizzatori, sia per gli astanti, sia per i consumatori. Il tutto, corredato anche delle più opportune stime cautelative dell’esposizione degli organismi non bersaglio, come per esempio quelli acquatici.

In sostanza, un prodotto che riporti in etichette frasi di pericolo non è affatto detto che rappresenti rischi concreti in tal senso, poiché le sue modalità d’uso generano livelli di esposizione tali da potersi ritenere sicuri. Altrimenti l’agrofarmaco non verrebbe autorizzato.

Tale differenza fra concetti è invece troppo spesso trascurata, facendo leva su un’opinione pubblica indifesa poiché non adeguatamente attrezzata per comprendere le differenze che intercorrono fra “pericoli” e “rischi”.

Un secondo punto di discussione è sugli organismi geneticamente modificati, asseriti nell’Atlante causa di un maggior impiego di agrofarmaci anziché di una loro riduzione. Ciò, nonostante il calo del 40% degli insetticidi avvenuto negli Stati Uniti fra il 1992 e il 2016 grazie ai mais resistenti a Piralide e Diabrotica, parassiti che arrecano gravi danni alla coltura tanto da necessitare specifici trattamenti. Al contrario, l’adozione delle più moderne biotecnologie, inclusive delle varietà resistenti ai patogeni, potrebbe consentire ulteriori cali negli usi di agrofarmaci in Europa.

Differente approccio di SeTA anche nei confronti dei trend di impiego degli agrofarmaci a livello mondiale, con l’Atlante che sostiene come l’impiego globale dei “pesticidi” sia aumentato di quasi l’80% a partire dal 1990. Secondo i dati Fao, l’uso mondiale di agrofarmaci sarebbe sì passato da 1,84 milioni di tonnellate a 2,934 (+59,6%), ma tale trend non viene confrontato con gli andamenti della popolazione globale da sfamare, passata negli stessi anni da 5,293 miliardi di persone a 7,820. Quindi, a livello globale, l’uso di agrofarmaci pro-capite è rimasto pressoché stazionario, passando da 0,374 a 0,375 kg/persona/anno.

Diverso invece il trend per l’Italia, ove sono già stati rilevati cali vistosi di impiego nel corso di trent’anni circa, essendosi dimezzate le tonnellate applicate nel Belpaese dal 1990 al 2020. A oggi, per ogni italiano viene infatti impiegato in agricoltura meno di un chilo/anno di sostanze attive. Ciò grazie all’evoluzione delle tecniche agronomiche e di difesa, le quali hanno saputo ottimizzare gli impieghi in campo. Inoltre, la ricerca ha prodotto sostanze attive sempre più specifiche per i parassiti target, permettendo dosaggi inferiori rispetto alle soluzioni precedenti.

Impieghi di agrofarmaci in Italia: anni 1990-2020

Fig. 1: andamento degli impieghi in Italia di agrofarmaci, espressi come tonnellate di formulati commerciali e di sostanze attive (Fonti: FaoStat, Istat).

Il problema delle resistenze

L’agricoltura europea sta assistendo a un progressivo impoverimento delle sostanze attive disponibili. Nel volgere di soli vent’anni, dal 2000 al 2020, si è passati da 441 sostanze attive di sintesi disponibili a sole 212 (-52%). Dei 107 fungicidi utilizzabili nel 2000 ne sono rimasti solo 72 (-32,7%). Gli erbicidi sono passati da 177 a 88 (-50,3%). Gli insetticidi sono la categoria di prodotti che più è stata falcidiata dalle norme europee: da 136 a 41 (-69,8%).

Un calo drastico dovuto al processo di Revisione Europea, il quale ha progressivamente eliminato gran parte degli agrofarmaci impiegati sino alla fine del secolo scorso. Definire “timide” queste normative, come fatto dagli autori dell’Atlante, appare quindi affermazione molto lontana dal vero. Al contrario, la riduzione di mezzi fitosanitari ha creato e creerà gravi difficoltà all’agricoltura, aprendo la strada a preoccupanti fenomeni di resistenza da parte di patogeni, malerbe e parassiti.

I residui sugli alimenti: la sicurezza c’è

Anche l’aspetto residuale è stato trattato, sia dall’Atlante, sia dal Gruppo SeTA. In realtà, le attente e capillari campagne di monitoraggio, europee e nazionali, dipingono un quadro estremamente rassicurante sulle quantità di residui di agrofarmaci presenti sugli alimenti.

L’aumento percentuale di rinvenimenti (campioni positivi all’analisi) non è infatti dovuto a incrementi della presenza, bensì a miglioramenti della sensibilità dei metodi analitici. In sostanza, i residui stanno progressivamente calando in valore assoluto, ma vengono rinvenuti sempre più spesso unicamente perché le soglie di rilevabilità sono sempre più sensibili. In altre parole, aumentano le percentuali positive all’analisi, pur calando il “peso” assoluto rilevato.

Da ricordare inoltre che i limiti massimi per i residui sono stabiliti in modo da non superare le soglie che la tossicologia ci dice essere sicure per l’Uomo, anche nei confronti delle categorie più fragili, come per esempio i bambini.

Conclusioni

L’Atlante diffuso recentemente raccoglie solo argomentazioni già trattate e decostruite negli anni, contribuendo non tanto a una discussione aperta e scientifica dei temi trattati, quanto al consolidamento di percezioni deformate dell’opinione pubblica, sempre più spaventata dalle pratiche agricole nonostante queste stiano sensibilmente migliorando da diversi decenni.

NOTE

[1] Il documento è consultabile al seguente link: https://www.cambiamoagricoltura.it/sites/default/files/2023-02/atlante_dei_pesticidi_web.pdf

[2] Per maggiori informazioni sul Gruppo SeTA, vedi: https://www.setanet.it/chi-siamo/

[3] L’analisi del Gruppo SeTA è consultabile al seguente link: https://www.agrariansciences.it/2023/03/atlante-dei-pesticidi-unanalisi-critica.html

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